martedì 30 maggio 2017

Si è svolto oggi l'incontro di presentazione alle scuole del concorso dedicato alla collega Milena Rombi.
Dopo un'introduzione del D.S. prof.ssa Daniela Benincasa hanno preso la parola la professoressa Antonella Ercolani del Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università Roma Tre, la professoressa Anna Salerni del Dipartimento di Pedagodia dell'Università "La Sapienza" e il prof. Antonio Magliulo preside della facoltà di Economia dell'UNINT.
Inoltre particolarmente apprezzata è stata la partecipazione di colleghi del Liceo Classico "Dettori" di Tempio Pausania.
Tra un intervento e l'altro il coro del Vivona ha mirabilmente eseguito tre pezzi del loro repertorio: un brano di origine medievale, "Hallelujah" di Leonard Cohen e "l'inno alla gioia".
I presenti si sono dati appuntamento al 23 settembre 2017 (giorno della nascita di Milena) per un incontro dedicato all'approfondimento di tematiche relative all'argomento del concorso.

 

12 commenti:


  1. IL LASCITO DI MILENA ROMBI;
    ripartire dalla Sua passione

    di Giorgio Zaccaro
    Dipartimento di Filosofia e Storia
    Liceo classico statale Francesco Vivona – Roma













    Organizzare un Premio cittadino sulla storia contemporanea , indirizzato alle giovani generazioni, a partire dalle scuole superiori romane, che porti avanti il testimone dell’ alto impegno educativo e di ricerca della cara Collega Milena Rombi, è un compito delicato e complesso. Il primo passo, indispensabile, ci è sembrato quello di riprendere i temi al centro della sua ricerca pedagogica, il Suo attento e raffinato studio sulla conoscenza della Storia contemporanea nelle giovani generazioni. il primo svolto in Italia, a cui ha dedicato tre anni intensi e appassionati del suo Dottorato in pedagogia sperimentale.

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  2. Dalla tesi di Dottorato, pubblicata nel 2013 : “ La conoscenza della storia del Novecento in uscita dalla scuola secondaria di secondo grado, Indagine empirica sui livelli di conoscenza, rappresentazione ed esperienze didattiche degli studenti” – Edizioni Nuova cultura - emergono con chiarezza difficoltà, potenzialità e preziosi suggerimenti educativi. Feconde indicazioni da raccogliere per implementare il rapporto positivo tra giovani generazioni e la storia contemporanea a scuola e negli altri canali formativi.
    Un patrimonio di dati e ipotesi di lavoro che il Dipartimento di Filosofia e Storia del Liceo classico statale “Francesco Vivona” saprà senz’altro valorizzare in fattiva collaborazione con i Colleghi delle diverse discipline dell’Istituto, con gli studenti e la Preside, Professoressa Daniela Benincasa.
    Quale contesto emerge dalla ricerca ? Quali i problemi riscontrati, le potenzialità intraviste, le soluzioni da riprendere e ampliare?
    L’autrice parte dalla dura denuncia del noto storico marxista Hobsbawm : nel 1996, dopo la caduta del muro e la fine della guerra fredda, sottolineava come in tutto l’occidente fosse in corso la “ distruzione del passato” e si radicasse la condizione” della maggiori parte dei giovani di fine secolo cresciuta in una sorta di presente permanente nel quale manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo in cui vivono ”.

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  3. La Collega si chiede quale siano le responsabilità della scuola italiana in questo “ piaga del presentismo” , in questi “ vuoti di memoria “ relativi alla storia più recente che affliggerebbe, tra gli altri, la scuola italiana e le giovani generazioni. Mentre la Riforma Berlinguer aveva proprio alle fine degli anni ‘90 proposto una nuova programmazione, tuttora in vigore, che avrebbe dovuto comprendere tutto la storia del Novecento “ fino ai giorni nostri “.

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  4. Emerge quindi nelle premesse della ricerca la constatazione di una forte discrasia, iato, incongruenza tra “curriculum praticato “ e “ curriculum ufficiale “ 1) del programma ministeriale che una gran parte dei Colleghi non riesce a seguire.

    Di fronte a questo quadro nettamente negativo la Collega ha , con una visione di costruttivo ottimismo, sottolineato come emerga nelle giovani generazioni , o meglio nei loro rappresentanti più attenti, un’ esigenza di comprendere, attraverso la storia contemporanea, il presente per orientarsi in esso in modo consapevole e politicamente cosciente. Opinione condivisa dalla maggioranza degli storici italiani, compresi i più noti docenti universitari di storia contemporanea che l’hanno assistita nella sua ricerca.


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  5. Nel suo saggio Milena quindi cerca di verificare quale sia A) da un lato la programmazione sulla storia contemporanea del 1900 realmente svolta nelle scuole italiane di oggi e B) quale siano le conoscenze e gli atteggiamenti degli studenti rispetto alla Storia contemporanea .
    Per visualizzare come le “ competenze dichiarative” basate sulla padronanza conoscitiva delle nozioni storiche possano poi portare alla “ competenza procedurale “ capace di trasformare le nozioni acquisite in un atteggiamento critico e creativo verso la realtà.
    Con grande determinazione la Collega riesce a organizzare un campione statistico di quasi ottocento studenti universitari iscritti a tutte le facoltà dell’Università La Sapienza, campione composto da studenti appena diplomati e verifica dalle loro memorie recenti quale percorso scolastico sulla storia contemporanea abbiano seguito, attraverso una prova di profitto sulle loro conoscenze recenti. Un successivo questionario indaga sul loro atteggiamento valoriale rispetto alla storia contemporanea.
    La Collega sottolinea come Il campione di giovani studenti costituisca un gruppo nettamente elitario, per la qualità delle competenze scolastiche, per i voti e la conoscenza storica rispetto alla media nazionale : considerando ad esempio che nel 2010, anno della rilevazione di Milena, solo il 64% del totale dei diplomati si erano iscritto subito all’Università . Un campione di Studenti in grandissima misura poi ,il 90%, di provenienza liceale e spesso ex studenti del liceo classico, con voto alto alla maturita’, con alle spalle un ambiente familiare con alti titoli di studio oltre ad una prevalente qualificazione professionale medio alta dei genitori.
    Qui la Collega evidenzia con forza come da tutto questo emerga la forte disuguaglianza per classe sociale che ancora caratterizza il rapporto tra l’ambiente di provenienza, i diversi percorsi scolastici e gli esiti e le competenze degli studenti italiani : ” c’ è la conferma del perpetuarsi nelle giovani generazioni del livello socio –economico e culturale di riferimento e con esso del problema dell’equità del sistema scolastico e universitario italiano” 2)
    La ricerca conferma poi come nell’ atteggiamento valoriale dei ragazzi nei confronti della storia emerga una forte sfiducia nell’idea di progresso storico che accentua i dati già negativi emersi dall’indagine internazionale “ Youth e History” del 1997. Solo una ristretta minoranza ( il 5,6% del campione ) crede che la Storia ed il futuro possano portare progresso . Un’ampia percentuale percepisce la storia come un divenire caotico e difficilmente intellegibile. Un dato che documenta in modo inequivocabile, secondo la Collega, la presenza nei ventenni di oggi di una visione ben più disincantata e sfiduciata della storia di quella rilevata negli adolescenti degli anni Novanta . Una visione che non ingenera stupore nell’autrice, ben consapevole della gravità della attuale crisi economica che proietta fosche ombre sul futuro delle giovani generazioni.
    Emerge nelle conclusioni della ricerca dai punteggi delle prove e dai test proposti agli studenti appena diplomati in modo inequivocabile la minore informazione sulle vicende storiche riferibili alla seconda metà del Novecento , confermando l’ipotesi di partenza della ricerca di “ un insegnamento negato, secondo la definizione dello storico Concetti “ 3)

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  6. Si evince inoltre dalla ricerca che meno di uno studente su due ha avuto la possibilità di apprendere a scuola la storia della seconda metà del novecento . Complesse e molteplici sono le cause di questa situazione che la Collega cerca di individuare anche attraverso Colloqui con l’ex Ministro Berlinguer e con i maggiori storici italiani. Dopo la riforma di Berlinguer del 1996 e le successive “ Indicazioni nazionali” dell’ex Ministro Gelmini non è stata praticata una reale politica di formazione dei docenti sulla storia contemporanea, ed in più in molti ordini di scuola, tranne che al Liceo classico, le ore di storia sono diminuite. Non si è affrontato il problema di come collegare questa nuova programmazione ad una verifica nell’esame di maturità.
    Il “ Decreto Berlinguer sul Novecento “ esplicita con chiarezza solo i confini temporali dei programmi ma non indica né gli obiettivi cognitivi, né i contenuti, né i traguardi formativi da garantire a livello nazionale che non sono stati poi definiti neanche successivamente .
    E ancora, come ricorda lo storico Giovanni Sabbatucci: “ la dilatazione temporale dei programmi da svolgere in III e IV rischia di pregiudicare la possibilità di riservare alla quinta la trattazione esclusiva del novecento “. (…) . Se” il monte ore a disposizione dell’insegnante di storia è un sistema a somma zero, non puo’ essere esteso a piacimento “ 4 ) In definitiva tutto viene demandato al “ buon senso dell’Insegnante “ nello scandire tempi e modi della programmazione di Storia.



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  7. RIPARTIRE DALLA PASSIONE DI MILENA

    Questo quadro negativo sembrerebbe spingere a definire la valorizzazione della storia contemporanea in Italia un “ a never ending debate” , un terreno di dispute mai concluse che rinvierebbe sine die la risoluzione del problema , consolidando la ricaduta negativa di una concezione deficitaria che la Storia del novecento comporta per il perseguimento della principale finalità ascritta alla cultura storica: la comprensione del Presente.
    La Collega Milena Rombi, d’altro canto, ci lascia una serie di indicazioni che aprono alla speranza, alla fattiva costruzione di un percorso che possa provare ad affrontare e migliorare le conoscenze storiche contemporanee dei giovani italiani.
    Innanzitutto e’ lo stesso storico Sabbatucci che ha a lungo supportato la ricerca di Milena a sottolineare con la giusta enfasi come la Scuola Italiana sia riuscita a mantenere e valorizzare un grande patrimonio di conoscenza storica : “ è l’impianto storicistico della tradizione crociana e gentiliana che ha permesso di salvare la presenza della storia dalla classicità ad oggi nella scuola italiana, a differenza di quanto avviene in altri paesi” . 5 ) Conoscenza della classicità e contemporaneità insieme che andrebbero garantite, ricorda d’altro canto il Professor Berlinguer, a tutti gli studenti italiani e non solo ai Liceali.
    Certo l’Italia è paese al tempo stesso caratterizzato da “ atteggiamento gattopardesco, endemica irrisolutezza e da una forte divisità (….) per cui molti docenti preferiscono non avventurarsi nella contemporaneità più recente rischiosa (..) per la possibilità di connotazioni e querelles ideologiche “ 6)

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  8. E’ qui di nuovo il Professor Sabatucci ad osservare, con acuta profondità intellettuale, che a di fronte a questa “ riluttanza a mettere i piedi nella contemporaneità più recente” , anche a ragione del “ persistente pregiudizio che sostiene non potersi fare storia se non ad una distanza adeguata “ che questa opinione “ è solo in parte veritiera se si considera che a partire dalla Guerra del Peloponneso di Tucidide sino alla Storia d’Italia di Benedetto Croce e anche oltre si è sempre fatta storia contemporanea “. 7 )
    E certo uno dei più che condivisibili motivi di apprezzamento degli studenti, coinvolti nella ricerca, verso la trattazione di storia fatta da Insegnanti e manuali, è la trattazione “ non ideologica “ avuta a scuola e al tempo stesso chiara, critica e motivante.
    Come rileva la Collega l’esigenza imprescindibile di ricostruire la fitta trama di rapporti che lega il nostro presente al nostro passato recente si collega alla consapevolezza che si tratti di una trama insidiosa , dietro la quale si puo’ facilmente nascondere il rischio di piegare l’insegnamento della storia a forme indebite di orientamento politico del giudizio degli studenti.
    Nondimeno la domanda di formazione che emerge forte dalla ricerca, pur con tutte le cautele metodologiche del caso, porta Milena a condividere con forza il giudizio dello storico Sergio Luzzato :” Non dobbiamo avere paura del Tardo Novecento. Dobbiamo avere paura del contrario: del danno arrecato alla personalità dei nostri figli dall’ignoranza in cui versano sulla loro storia recente ancor più che su quella remota. Oggi i ragazzi che entrano all’università sanno qualcosina su Giovanni Giolitti, e sanno qualcosa su Primo Levi; non sanno nulla su Palmiro Togliatti o su Piero Calamandrei, e nulla su Aldo Moro o su Oriana Fallaci. Che aspettiamo ad insegnarglielo “?

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  9. SONO SOPRATTUTTO GLI STESSI STUDENTI, sottolinea la Collega Rombi, come quelli coinvolti nella ricerca, a manifestare una insopprimibile esigenza di “ comprensione della realtà presente “ e un netto interesse per la storia contemporanea per la sua “ capacità di fornire un supporto al bisogno di orientamento nella complessità del reale”, per il contributo che essa arreca “ per diventare cittadini più responsabili “.
    Non stupisce quindi che una parte rilevante del campione degli studenti, in particolare quelli con i punteggi più alti, diano molta importanza alla storia come chiave per “ comprendere il presente “ , come” uno strumento per diventare cittadini più responsabili”, sostengano che” la storia debba essere mantenuta come materia obbligatoria” , diano molta importanza alla Storia “ che va dalla Fondazione della “ Prima repubblica “ alla seconda” 9)
    Sembra quindi confermato dalla ricerca della Collega quello che scrive uno storico attento come Angelo D’Orsi :
    ” Nelle classi esiste un diffuso, generale, anche se non sempre consapevole bisogno di storia- ossia di verità che dal basso continuamente si manifesta, troppo sovente negletto e negato. (…)
    Si tratta quindi di dare un messaggio importante agli alunni: che il passato, benchè dato, non appartiene al regno della necessità, bensì della possibilità (…) Insomma la storia si fa, contrariamente all’antico adagio, anche con i se. Cio’ ha uno scopo alto: far capire che le situazioni in cui gli esseri umani si trovano non sono un prodotto inevitabile, un esito scontato, ma rispondono alle diverse combinazioni di fattori, cominciando proprio dalle scelte individuali e collettive. Il che significa indurre i ragazzi e le ragazze a pensare in modo diverso anche il presente: ossia che nulla è inevitabile, nulla “ è scritto “ e che come oggi il presente potrebbe essere diverso , e più felice per loro, così analogamente si puo’ ragionare sul passato. “10)

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  10. E’ un compito particolarmente complesso tale da richiedere ,come ribadisce con forza la Collega Milena Rombi “ che sull’insegnamento della storia contemporanea si riapra una riflessione specifica , che chiami in causa e coinvolga attivamente i responsabili delle politiche scolastiche così come le forze più responsabili operanti nel mondo della scuola “ considerando anche la dimensione exstrascolastica che ad esempio vede “ il ruolo sempre più significativo che le fonti extrascolastiche rappresentano , tra cui i siti web, incontri con Esperti e Testimoni ( come quelli, accuratissimi, che Milena ha continuato ad organizzare anche durante il suo periodo più difficile ) con convegni, conferenze, tavole rotonde , visite a Musei storici e Luoghi storici”.
    Come il Suo, l’impegno puo’ essere duplice : dentro e fuori l’orario scolastico, prendendo a modello la Sua curiosità, la voglia di conoscere, l’impegno infaticabile in aula e nella dimensioni sociale.

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  11. Qui la Collega ci indica il compito che noi potremmo contribuire ad assolvere , riuscendo ad instituire, in suo nome, un Premio sulla storia contemporanea, e costruendo altre iniziative culturali : animare un dibattito il più ampio possibile, fuori e dentro il mondo della scuola, nella società civile, sulla importanza della conoscenza della storia contemporanea; in modo da sviluppare quella coscienza civile e democratica, frutto di una riflessione ponderata, il più possibile pluralistica e qualificata, su cosa è stato il nostro passato recente, nel secolo ventesimo, soprattutto nei complessi e ricchissimi anni della Repubblica italiana. Buon lavoro.

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  12. NOTE
    1) Milena Rombi :” La Conoscenza della storia del novecento in uscita dalla scuola secondaria di secondo grado –Indagine empirica su livelli di conoscenza, rappresentazioni ed esperienze didattiche degli studenti” . Edizioni nuova cultura, Università La Sapienza 2013 pagina 1.
    2) M. Rombi, opera citata pagina 102
    3) P.Concetti “ La storia del presente, 1940 -1990: un insegnamento negato. In G.de Luna Insegnare gli ltimi cinquanta anni Firenze la Nuova italia 1992, citato in Milena Rombi, opera citata pagina 173.
    4) Intervista al Professor Giovanni Sabbatucci in M. Rombi opera citata pagina 189
    5 ) Intervista al Professor Sabatucci in M.Rombi, op. cit. ibidem
    6 ) Intervista allo storico olandese Huub Kurstiens in M.Rombi, op. cit.pagine 194 -195
    7 ) G. Sabattucci in M. Rombi, op.cit. pagina 188
    8 ) M. Rombi op.cit, pp. 177-178
    9) Si vedano tra le altre Tabelle che incrociano i risultati degli studenti nella prova di verifica con le loro dichiarazioni in ambito valoriale in particolare a pagina 121, 122, 125, 150 nel saggio di Milena Rombi op. cit.
    10) ) Angelo D’Orsi “ Come studiare la Storia “ in Micromega 6/2014 Un’altra scuola è possibile: laica, repubblicana, egualitaria, d’eccellenza. “ pagina 37





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